Digressione 20 Dic

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LA TORTA E’ FINITA. (E CHI SEMPRE LA FA SI E’ STANCATO DI FARLA!)

E’ di questi ultimi giorni dell’anno, dal 9 dicembre, che chi fa la torta del PIL, cioè autonomi, piccoli imprenditori, operai, impiegati hanno deciso finalmente di scendere in piazza e allo sventolio della bandiera italiana, gridano “tutti a casa”.

Lo gridano ai politici campioni d’inettitudine o meglio incapaci di modificare la macchina dello Stato, che negli anni è stata costruita con una selva di leggi e leggine per non funzionare, se non per beneficiare una platea d’incapaci e nullafacenti, messi lì dai partiti, che si sono inventati di tutto e di più, per consumare e rendere ai cittadini un servizio pessimo.

 Cittadini che sudando o rischiando in proprio, con le loro tasse li mantengono nel loro regno beato di tranquillo tran tran, quando lavorano.

La magistratura poi è un mondo a parte, un ordine assurto a potere dello Stato che decide della vita di tutti e in base proprie simpatie politiche.

Decide altresì di dare sempre ragione ai dipendenti per partito preso e torto agli imprenditori, nemmeno chi è preso in flagrante a rubare è condannato, o chi dimentica acceso una fiamma shalomon e causa un incendio disastroso (e questo lo scrivo per esperienza personale.)

La casta della magistratura, che guadagna in media 120.000,00 euro, non subisce il blocco degli stipendi (sentenza 310/2013).

La gente che lavora sodo, ha detto basta e come non si era mai visto, dimostrano senza riconoscersi nel sindacato o in altra organizzazione, che considerano comunque inutili a risolvere i problemi che attanagliano ormai un numero sempre più elevato di persone.

Lo stato ha fame di soldi e continua nella sua routine e aumenta le spese, esorbitanti, alimentando una struttura abnorme e inefficiente, sorda a qualsiasi sollecitazione e responsabilità.

Una cosa orribile.

Ogni mattina giornali, giornalisti, talk show, bla bla bla e niente si muove.

Se andate a vedere i beneficiati a colpi di milioni di euro inseriti alla chetichella nel decreto di stabilità, poi votato con la fiducia, vi si rizzeranno i capelli in testa.

Se chi produce, smette di pagare le tasse o soltanto di versare l’iva, cioè di fare la torta, dove andranno questi scellerati a mangiare gratis?

Tira e tira la corda si romperà definitivamente.

Spero solo che le dimostrazioni continuino e servano a svegliare questa gente ormai staccata dalla realtà, chiusa nel suo fortino di privilegi.

La torta è finita (e chi la fa, si è stancato di farla.)

 

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L’IMBARAZZO DELLA CASTA DEL PD

9 Dic

Chi questa mattina segue le notizie dei telegiornali e delle varie trasmissioni televisive dedicate alla politica come Omnibus per esempio si è reso conto dell’imbarazzo dei vecchi esponenti PD espressione della casta del vecchio partito comunista.
Mostrano in viso l’incredulità di quanto è accaduto: Matteo Renzi è diventato il segretario del partito con una larghissima maggioranza e partecipazione.
Quanti dei quasi tre milioni dei votanti sanno per cosa hanno votato? Renzi non rappresenta l’anima del PD classico così com’è inteso dalla base e dall’apparato.
Renzi sta cavalcando un’idea di rinnovamento attraverso l’applicazione concreta delle idee e gli obiettivi dichiarati fanno a pugni con il normale procedere di fare e anche di pensare dei puri e duri del PD.
E adesso?
Il significato politico è enorme, ma le difficoltà che il neoeletto ha di fronte sembrano essere enormi.
Come governare un partito che negli anni ha costruito una struttura interna con uomini espressione del vecchio partito fondatore il PCI, interpreti della “sinistra”storica e convincerli a remare in una direzione quasi diametralmente opposta a quella nella quale hanno sempre remato.
Matteo Renzi dovrà confrontarsi con la caparbietà dell’apparato PD, in pratica cieco e sordo a qualsiasi accadimento e ragionamento logico e pragmatico essendo tradizionalista, refrattario ai cambiamenti imposti dalla situazione e ancora, ancorato pur negandolo, all’ideologia comunista.
I cambiamenti dell’apparato dello Stato sono ancora più problematiche.
Le caste della burocrazia e della Giustizia freni a ogni cambiamento e responsabili dell’immobilità e dell’inefficienza complessiva, sono e saranno lì per impedire che il cambiamento avvenga, ciò che hanno pervicacemente osteggiato nascondendosi dietro la Costituzione, per fare i propri interessi di parte: basti vedere quanto si portano a casa, durante il supposto lavoro e poi con la pensione.
E intanto l’economia italiana continua a scivolare verso il basso rendendo la situazione sociale sempre più critica e per molti versi, esplosiva.
Matteo Renzi interpreta una nuova sinistra? Certamente sì. Da qui il grande imbarazzo della casta del PD.

CHI GIOCA DI PUNTIGLIO PAGA DI BORSA

30 Set

CHI GIOCA DI PUNTIGLIO, PAGA DI BORSA

Vecchio adagio che in modo eloquente ci dice che LA COCCIUTAGGINE E IL PUNTIGLIO SI PAGANO alla fine le cose che non vanno tornano in evidenza e creano problemi.
Un Governo fatto tra due parti così diverse tra loro non dura a lungo, soprattutto se uno dei due, in questo caso il PD non riesce a superare le barriere ideologiche e il sentimento di vendetta tipico dei puri del PD, che cova da oltre venti anni nei confronti di chi appunto da vent’anni lo tiene fuori dal potere o come in questo caso lo costringe a fare cose contrarie ai propri desideri.
Alla fine Berlusconi, che non ragiona con la logica della politica, rompe gli indugi e chiede ai suoi ministri di dimettersi.
Il Governo Letta è giunto alla fine della sua corsa, in modo neanche inatteso, perché è dai primi giorni che il PDL recita la litania, “o si fanno le cose concordate o noi ce ne andiamo”.
A nulla valgono le dichiarazioni del Presidente Napolitano, che rimane anche lui prigioniero delle vecchie logiche del PCI, rimane sordo alle richieste del PDL e traccheggia.
Solo oggi parla di “riforma della giustizia” “d’indulto e amnistia”; una riforma che il PD ha sempre ostacolato, ossessionato dal tarlo “ Berlusconi. Occuparsi della questione Berlusconi va contro la logica politica della sua parte, e quindi in un certo modo scansa il problema. La situazione non è facile.
Riformare e fare un possibile favore a Berlusconi?
Mai!
Così facendo, per non fare un possibile favore a Berlusconi, la riforma della Giustizia non si affronta e non si fa, e migliaia di persone soffrono in carceri sovraffollate e inutili ai fini del recupero della persona, come invece vorrebbe la Costituzione, difesa a oltranza dalla sinistra italiana ma applicata in modo selettivo da alcuni esponenti della nostra Magistratura, secondo il credo politico o delle simpatie.
Ora che Berlusconi è stato finalmente condannato, e forse ingiustamente, si può procedere: il nemico è vinto e messo alle corde, anzi reso inoffensivo.
Vittoria!
Questo è ciò che credevano, quelli della sinistra e in particolare quelli del PD, sbagliando.
La realtà è abbastanza diversa, e il PD che non riesce a uscire dagli schemi e dalla mentalità del vecchio PCI, insiste imperterrito senza rendersi conto che così facendo, sicuramente favorisce la sua opposizione ora Forza Italia, e trasforma Berlusconi in un martire.
Alle prossime elezioni ormai vicinissime gli elettori si ricorderanno di tutto ciò che è accaduto e potrebbero riportare i moderati al governo dell’Italia.
Possiamo solo sperare nel buon senso degli Italiani che anche se stufi di questa politica vadano a votare in massa.

LA LEGGE E’…………….? Come battere Silvio e farne un martire!

27 Giu

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Come battere Silvio Berlusconi, e farne un martire!

 

In tutti i tribunali Italiani campeggia la scritta a caratteri cubitali”LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI”.

 

Purtroppo non è vero, in Italia la legge è interpretata moltissime volte in funzione del credo politico dei Giudici, chiamati invece a essere imparziali e apolitici e protetti dalla Costituzione vigente in modo oserei dire scandaloso.

 

Non sono responsabili degli errori e così quando sbagliano, non sono loro a pagare ma pagano tutti gli Italiani.

 

Chi ha avuto modo di frequentare i tribunali, in qualsiasi veste, imputato o parte lesa, ha avuto modo di sperimentare sulla sua pelle cosa vuol dire entrare in questo ingranaggio e subire il trattamento che la maggior parte dei Giudici riservano agli “inferiori” i normali cittadini che di fronte ai modi bruschi e alla protervia si sentono intimiditi.

 

Solo i delinquenti incalliti riescono a comportarsi in modo normale. In ogni caso il senso di soggezione determinato proprio dal modus operandi degli addetti è visibile.

 

Tutto questo è certamente determinato dalla certezza che chi ti giudica, sapendo di non essere responsabile non va per il sottile, tanto giusto si giusto no, non subirà nessuna conseguenza.

 

Forti di questa prerogativa e usi allo stato d’impunità, e non essendo delle macchine, trasferiscono i loro sentimenti e credo politico nella loro attività. Se fossero responsabili, il loro comportamento sarebbe certamente diverso, più educato, più ragionevole e più attento a non commettere errori, ma purtroppo è così, e fino a che non cambieranno gli articoli della costituzione che li riguarda, niente cambierà.

 

L’art. 104 Cost recita” La magistratura è un Ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere”.

 

In questa frase è già insita la dichiarazione, in qualche modo nascosta da un lessico sottile ma chiaro, il concetto di “Potere”. La Magistratura è un Ordine, ma una sua parte, organizzata in correnti, (orrore) si comporta come un “Potere assoluto”, insindacabile, e di conseguenza decide di procedere in qualsiasi modo diritta al suo obiettivo: battere Berlusconi per via giudiziale.

 

Il numero impressionante dei processi e le motivazioni di alcune sentenze sono lì a dimostrare che purtroppo questa è la situazione reale.

 

Berlusconi era già un personaggio del mondo industriale da anni, ma solo dopo la sua discesa in campo sono cominciate le indagini a tappeto, con tutto quello che abbiamo visto.

 

Chi dice che non è vero, mente sapendo di mentire, accecato dall’odio per l’avversario.

 

Un avversario che costantemente li batte alle elezioni politiche, che da venti anni impedisce la realizzazione della società così come la vorrebbero i sinistri e gli accoliti.

 

Basta leggere i commenti sul social network, o seguire le varie trasmissioni della televisione per rendersene conto, parolacce insulti, acredine, invidia, cattiverie, un campionario dell’imbecillità di molti.

 

Dovrebbero però rendersi conto che questa persecuzione fa di Silvio Berlusconi, un martire, e i martiri non si dimenticano e diventano ancora più carismatici e seguiti.

 

GOVERNO LETTA. IN HOC SIGNO…….

12 Mag

 

 

 

 

 

 

 

 

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GOVERNO LETTA. IN HOC SIGNO…….

Enrico Letta sta mettendo in atto il suo programma che sin dalla sua enunciazione con cui ha detto tutto senza dire niente di concreto (tipico stile  politico democristiano), ha secondo il mio parere come simbolo reale, quello della vecchia DC: lo scudo crociato.

L’arte del compromesso e della trattativa, del dire e non dire, un atteggiamento e un modo che rasenta l’ambiguità, ma che in un momento difficile e delicato, complicato dal fatto di dover conciliare le idee di due forze sino a ieri contrapposte, diventano caratteristiche necessarie per governare.

Oggi il Governo si riunisce in un castello, finalmente a spese dei partecipanti,per fare spogliatoio ha detto Letta , e per conoscersi.

Un modo diverso di iniziare le discussioni sugli argomenti centrali e cruciali che interessano tutti noi, destra sinistra,centro, senza distinzione di partito o credo politico.

Dobbiamo sperare che la “visione di Costantino” che in un certo modo richiama, con la sua croce, il simbolo dello scudo crociato, sia di buon auspicio per la continuazione dell’opera di Letta,e la sua conclusione, a vantaggio di tutti noi.

Forza Letta, in hoc signo…

CIAO ITALIA!GIULIO ANDREOTTI E’ MORTO,VIVA GIULIO ANDREOTTI

6 Mag

20130506_233615-1 GIULIO ANDREOTTI è MORTO

CIAO ITALIA! Giulio Andreotti è morto, viva Giulio Andreotti.

Di fronte alla Giustizia della Morte fisica abbiamo il dovere d’inchinarci, e prenderci un minuto di riflessione per considerare il fatto incontrovertibile che mette tutti sullo stesso piano senza distinzioni di sesso, di ceto di razza, di fede.

Giulio Andreotti un protagonista della storia d’Italia dalla Costituente a oggi ci ha lasciato, per continuare il suo percorso su un altro piano, spirituale, fisico o quant’altro.

Le religioni e le credenze sono numerose e ognuna assegna al dopo, un percorso variabile a seconda appunto di ciò che è predicato e insegnato come verità da ognuna di queste.

Andreotti era ed è Cristiano professante, tutte le mattine andava a Messa, e certamente crede nell’Inferno e nel Paradiso.

Credere che la vita continui anche dopo la morte fisica, tranquillizza chi in coscienza sa di avere fatto il suo dovere, cioè il massimo consentitogli dalle forze, dalle capacità dai talenti ricevuti, e Giulio Andreotti certamente avrà in un attimo ripercorso la sua storia, il suo percorso in modo assolutamente critico e severo.

 La coscienza non ha né le mezze misure, né i distinguo né permette di nascondersi dietro le scuse che ognuno s’inventa da vivo per giustificare le proprie mancanze o i suoi errori.

Voglio dire che alla coscienza non si mente, in realtà Dio è dentro di noi, è Dio che incarna la nostra coscienza e ci giudica in modo severo, ma certamente giusto.

Mi piace pensare a Giulio, che passato quell’attimo d’esame, sorridente si sia incamminato verso il suo destino, inteso come la sfera spirituale di sua pertinenza, la frequenza della sua vibrazione spirituale, pronto a continuare la storia dell’evoluzione del suo essere.

Mi viene in mente che oggi avevo visto in face book una vignetta, nella quale Andreotti era disegnato a fianco di Dio, che gli diceva”via a me adesso lo puoi dire”, che mi aveva fatto sorridere e che indirettamente e mi rendo conto solo ora può avermi indotto a scrivere su quest’argomento.

Giulio Andreotti è morto, viva Giulio Andreotti.

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IL TIRO ALLA FUNE,CIOE’ LA FINE

5 Mag

IL TIRO ALLA FUNE,CIOE' LA FINE

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minestrone di Stato! all’Italiana

26 Apr

minestrone di Stato! all'Italiana

A”REGIORGIO!

22 Apr

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A”REGIORGIO!

Uno spettacolo desolante per l’inconcludenza del Partito Democratico, che democraticamente (si fa per dire) ha disfatto se stesso e fatto perdere all’Italia e a noi cittadini ben due mesi di tempo.

Le faide interne al PD pro e contro Berlusconi, perché è questo di cui, si tratta, hanno bruciato sia i loro stessi candidati Marini e Prodi che l’unità del partito in un momento dove il buon senso dovrebbe lasciare spazio alle cose da fare, abbandonando le faide, le contrapposizioni ideologiche, ma sopratutto l’astio se non l’odio verso un solo uomo, Berlusconi.

Volenti o nolenti Berlusconi, rappresenta la maggioranza della parte moderata del Paese, ai quali solo i voti sottratti dalla coalizione di Mario Monti e la famosa discesa in campo di Giannino, hanno impedito una vittoria certa alle elezioni.

Se il Pd non abbandonerà questa pregiudiziale, diventerà impossibile fare un nuovo Governo, che deve essere un Governo forte e che duri il tempo per riparare i danni gravi del Paese.

Nemmeno il nostro amatissimo Presidente Giorgio Napolitano, Re Giorgio per molti, che nonostante la sua età e dopo le suppliche dei partiti ha accettato di essere rieletto, a condizioni che oggi sapremo, direttamente dalla sua voce,potrebbe riuscire a risolvere l’impasse.

Pensare che le teste dure del PD imbevute d’ideologia e dall’odio che le ottunde, possano pur di fronte alla situazione difficile di emergenza, cambiare registro con gesti di buon senso e d’intelligenza, rimangano una speranza e qualcosa d’illusorio.

Basta vedere le prime reazioni di alcuni esponenti anche di spicco del partito, che invece di stare in silenzio e riflettere sul caos, hanno già incominciato a mettere i veti, ” no tu no” (Bindi contro Letta).

Possiamo solo sperare in una rifondazione del PD  fatto di uomini con idee più attuali e pragmatici.

Intanto siamo appesi all’intelligenza politica e al senso di responsabilità di Giorgio Napolitano, che è tornato:

A”REGIORGIO!

PD Partito disfatto!

21 Apr

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Partito Disfatto

Avevo pubblicato la vignetta con questo titolo immediatamente dopo l’incredibile fallimento dell’elezione di Romano Prodi, il secondo parricidio in due giorni da parte dei membri della compagine del Partito Democratico al Parlamento Italiano, senza avere il tempo di completare l’articolo,cosa che faccio oggi.

Mentre i diversi punti di vista all’interno di un partito sono naturale conseguenza del fatto che i parlamentari possano avere idee diverse da quelle del Segretario su uno specifico argomento, non si capisce come si possa fare una “standing ovation” per usare un termine caro ai sinistri che vogliono essere “chic”, e poi col voto segreto impallinare il candidato.

Bersani, che dopo questo fatto ha dichiarato che si dimetterà non appena eletto il nuovo Presidente, ha perso un’altra battaglia e viene con questo fatto, a sua volta impallinato dai franchi tiratori del suo partito.

Una dimostrazione d’inaffidabilità e doppiezza, ben lontano dalla presupposta superiorità morale della sinistra, che questo fatto certifica in modo evidente.

L’altro partito alleato del PD, il SEL, sinistra e libertà di Vendola, ha fatto la stessa cosa: il giorno prima vota Romano Prodi e il giorno dopo sostiene Stefano Rodotà (Comunista dichiarato, e uomo del PD) che in quest’occasione è diventato la bandiera del M5S. Una conversione di centottanta gradi, alla faccia della coerenza.

Basta leggere i primi punti dei famosi otto presentati dal PD, (che si occuperebbero solo di far fuori l’avversario Berlusconi), per avere la conferma che i signori del PD si muovono prevalentemente, mossi dall’astio verso gli avversari (che loro vedono come nemici) dalla vendetta e soprattutto attenti a far fuori chi non la pensa come loro, alla faccia della democrazia.

Il primo obiettivo è di salvare il partito, mentre i reali problemi che assillano i cittadini italiani, possono aspettare.

Del resto la parola democratica veniva ed è usata nei paesi comunisti, tipo Repubblica Democratica Tedesca, Repubblica democratica del Congo, Repubblica democratica dello Zaire e molti altri, i per dare in pasto agli ignoranti l’idea che sia un partito o un movimento che rispetta le opinioni degli altri.

La mistificazione, la doppiezza, e i sentimenti sopra esposti, in nome unicamente del potere del partito, sono in realtà mancanza di democrazia reale, che ha fatto sì che il PD sia un Partito Disfatto.