Bersani potrebbe essere nominato campione del mondo di cocciutaggine.
Sembra quei bambini che quando gli danno un giocattolo in mano, che ha aspettato per tanto tempo, ma che non è adatto a lui, non lo molla e insiste nonostante le sollecitudini a riconsegnarlo che gli vengono da tutte le parti, persino dall’interno del suo partito, il che è tutto dire.
Molti dei personaggi del PD invece, anche insospettabili per la loro provenienza dal mondo dell’impresa, che potrebbe far pensare a un minimo di buon senso e di esperienza, continuano a raccontare la stessa storia a memoria, con una faccia tosta che ha dell’incredibile.
Proprio come i bambini capricciosi e cocciuti, non sentono ragioni e pur sapendo che non è possibile fare un governo da soli, con i numeri che ci sono, insistono nella loro proposta e nel loro no.
La tragedia è che il comportamento della base del PD e Bersani, accontenta solo la loro supponenza, la loro cocciutaggine, la loro cecità e le loro mire, e dimentica i problemi veri di tutti quelli che non avendo uno stipendio garantito, non sanno come fare a sbarcare il lunario.
Al contrario loro, i politici, i partiti con i propri dipendenti, finanziati con soldi pubblici e ora anche i parlamentari del M5S che hanno comunque risolto il loro problema di soldi, possono contare ogni fine mese su un lauto stipendio oltre ad un extra per le spese, senza doti o competenze che giustifichino il compenso.
Le nomine politiche, per conoscenza e per raccomandazione, escludono i capaci. Da noi il merito non esiste.
Dire poi che è legge, non vuole dire proprio niente, anzi diventa peggiorativo, agli occhi di chi lavora seriamente, a chi magari pure con una laurea, non trova uno straccio d’impiego.
Siamo alla dimostrazione che la divisione, fra chi suda e rischia e chi solo chiacchiera senza finire è reale e pazzesca.
Intanto Bersani, non molla L’incarico è mio e me, lo tengo io.