Bersani ha proseguito sul sentiero tracciato subito dopo le elezioni, in parte modificato dall’atteggiamento di ostracismo di Grillo, e ha continuato a suonare il suo piffero incantatore.
Sacrificando personaggi politici del PD e proponendo due personalità in sostanza esterne al partito, Anna Boldrini è del SEL, e Pietro Grasso viene dalla Magistratura, è riuscito a convincere alcuni senatori del M5S a votare per Pietro Grasso, così da farlo eleggere alla seconda carica dello Stato.
Un risultato positivo se si guarda alle ipotesi di partenza, una rinuncia a eleggere personaggi tradizionali del suo partito, ma un altro schiaffo al PDL, che deve incassare un altro atto di ostracismo.
Bersani non considera in nessun modo oltre otto milioni di persone, che hanno votato PDL, non tiene conto che il suo PD ha ottenuto una vittoria, con pochissimi voti di scarto, e continua imperterrito nel tentativo di convincere gli eletti del M5S ad appoggiare le sue scelte.
Sin che si tratta di eleggere due figure, anche se importanti, la tecnica usata ha funzionato, diverse sono le cose quando si tratterà di avere la fiducia in Parlamento e soprattutto governare, e sempreché Napolitano, che ha trattenuto Monti dal candidarsi alla Presidenza del Senato appunto, gli affiderà l’incarico di formare il Governo.
Bersani sa di rischiare grosso, e farà tutto il possibile per suonare una musica che piaccia alle orecchie dei Grillini, sacrificando chiunque possa ostacolare il raggiungimento del suo obiettivo.
Nel caso che il M5S non voglia nemmeno lui, cosa farà, si dimetterà?
Le cose cambierebbero drasticamente se il M5S decidesse di appoggiare un Governo Bersani di minoranza, votando la fiducia e pur appoggiando solo le cose che a loro piacciono.
Tutto può succedere, poiché l’elezione dei Presidenti delle Camere, ha mostrato che non tutti gli eletti del M5S sono ligi alle direttive del Capo.
Un modo diverso di fare “Lo Scouting”
Rispondi